Olio di palma: tutti i dubbi e le risposte (parte 1 di 2)

Come sappiamo l’utilizzo di quest’olio è stato molto discusso, fino a portare le grandi marche di alimenti come la Mulino Bianco a non utilizzarlo; dunque non solo a non includerlo nella lista degli ingredienti, ma anche a scrivere sulla confezione a prima vista che l’olio di palma appunto, non è stato utilizzato.

Ad oggi si cerca di ridurre l’utilizzo di questo olio soprattutto per via del suo impatto sull’ambiente e sulle diverse popolazioni: l’olio di palma viene coltivato nelle aree tropicali per migliaia di di chilometri quadrati, sottratti a foreste e a popolazioni autoctone.

Va anche detto a suo favore, che la sua pianta ha una capacità produttiva molto alta rispetto alle altre come per la coltivazione dei cereali e della soia: dunque viene usata metà o meno della metà del terreno rispetto alle altre colture.

Purtroppo la coltivazione dell’olio di palma sempre crescente ha portato alla deforestazione dei terreni, e quindi ad un maggiore inquinamento dell’aria; poiché tale deforestazione avviene bruciando le foreste.

Da questo tipo di deforestazione vi sono state morti premature a causa della respirazione continua nociva dei fumi prodotti.

Inoltre, ricordiamo che il proletariato è sfruttato, sottopagato e molto spesso composto da minorenni.

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Per ridurre gli effetti negativi provocati dalla coltivazione delle palme per produrre l’olio di palma, si consiglia di sostenere, comprando i prodotti che lo indicano, il RSPO.

Che cos’è l’RSPO? 

È la Tavola Rotonda per l’Olio di Palma Sostenibile, e questo assicura, che durante la produzione dell’olio di palma, i suoi coltivatori hanno percepito un salario minimo per la loro sussistenza, che le comunità locali hanno detto il consenso per l’avvio ai lavori, ed infine, che si è fatto il massimo per ridurre al minimo l’impronta ambientale.

Purtroppo, ad oggi solo un quinto delle produzioni dell’olio di palma fanno parte dell’RSPO.

Dunque, invece che incentivare l’abolizione totale della produzione di questa’olio, che occupa meno terreno e ha maggiore capacità produttiva rispetto alla produzione di altri oli o cereali; essa andrebbe incentivata, quando aderente a l’RSPO.

Dal punto di vista salutare, invece, andrebbe consumato poco a causa del suo tasso di colesterolo; vanno invece smentite le voci che sia cancerogeno.

Utilizzate nella vostra dieta l’olio di palma? Fatemelo sapere nei commenti, e se vi è piaciuto l’articolo lasciate un like!

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