In questo articolo… |
1.Che cos’è il Greenwashing? |
2.Ecco 2 Esempi di greenwashing: |
3.Come riconoscere il greenwashing? |
4.Quali sono delle aziende già condannate per greenwashing in Italia? |
5.Perché 4 marchi di acqua italiani sono colpevoli di greenwashing? |
6.Perché è così importante riconoscere il Greenwashing o condannarlo? |
7.Qual’è la politica delle aziende sostenibili per l’ambiente o ecofriendly? |
1.Che cos’è il Greenwashing?
Greenwashing è una parola anglosassone, dove “green” sta per verde, ma nel suo significato più ampio sta per “ambiente” e “washing” proviene da “Whitewashing”, che significa “nascondere”, “coprire”.
Per definizione, il Greenwashing è una strategia di marketing adottata da un’impresa od organizzazione od istituzione pubblica, volta nel dare un’immagine di sé falsamente positiva per quanto riguarda i suo impatto ambientale per poter distogliere l’attenzione dell’opinione pubblica sul suo impatto ambientale generalmente negativo.
In poche parole, si spacciano per eco-frindly momentaneamente, per far distogliere l’attenzione sull’inquinamento che stanno, o che stavano causando.
Il greenwashing è una pratica molto diffusa da quando sempre più persone sono preoccupate del loro impatto ambientale e delle loro scelte consumistiche.
Ricordiamo che per “prodotto a basso impatto ambientale”, o detto semplicemente eco-friendly, tutto il suo ciclo di vita deve essere studiato e programmato per essere sostenibile per l’ambiente.
Il ciclo di vita di un prodotto è costituito dalle materie prime da cui è formato, dalla sua modalità di trasporto, dal suo packaging (confezione), ed infine, dal suo smaltimento.
2.Ecco 2 Esempi di greenwashing:
-Un resort turistico che cerca di nascondere la sua espansione, che impatterà notevolmente l’ecosistema locale”, con l’esortare i clienti a riutilizzare gli asciugamani per ridurre inquinamento e sprechi
-Un’azienda che pubblicizza la sua attività di rimboscamento, omettendo che tale attività è svolta per cercare di compensare la sua attività di abbattimento
3.Come riconoscere il greenwashing?
-Il linguaggio in cui avviene la comunicazione è vago o eccessivamente scientifico (e quindi non comprensibile per la popolazione media)
-L’azienda promuove la sua attività “ecologica” con eccessivi slogan, immagini e simboli che riportano alla natura (come animali e distese verdi)
-Viene promosso e volta tutta l’attenzione sul prodotto ecologico prodotto dall’azienda non ecologica (quindi non si andrà a descrivere in generale l’impresa)
-Vi sono mancanze di prove rispetto a ciò che viene dichiarato in materia di ecosostenibilità
4.Quali sono delle aziende già condannate per greenwashing in Italia?
Delle aziende già condannate per greenwashing in Italia sono: San Benedetto, Levissima, Sant’Anna, Ferrarelle e Coca-Cola.
5.Perché 4 marchi di acqua italiani sono colpevoli di greenwashing?
I 4 marchi d’acqua italiani sono colpevoli di greenwashing poiché hanno diffuso un massaggio pubblicitario in cui si dichiarano ecosostenibili, quando, partecipano attivamente alla diffusione dell’inquinamento con le la produzione e smaltimento delle loro bottiglie.
Queste aziende sono state condannate dalla’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato.
6.Perché è così importante riconoscere il Greenwashing o condannarlo?
È importante limitare la pratica del greenwashing condannandola o riconoscendola e non comprando i suoi prodotti, perché è importante poter riconoscere con chiarezza e sostenere le imprese che hanno un’etica legata alla sostenibilità dell’ambiente.
7.Qual’è la politica delle aziende sostenibili per l’ambiente o ecofriendly?
La politica delle aziende sostenibili per l’ambiente o ecofriendly consiste nel preservare le risorse naturali (poiché riconoscono il fatto che non siano rinnovabili) riciclando e cercando di limitare lo spreco al minimo possibile, oltre che a studiare ed attuare un il ciclo di vita dei suoi prodotti in modo che abbiano la minor impronta ambientale possibile.
Molto interessante, grazie 😊
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grazie a te per stare al passo con i miei articoli☺️
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grazie per niente se non mi vedi è che sono ancora nel verde di cui mi è venuta l’isosincrosia
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Alla fine c’è sempre una falla da qualche parte in questo sistema. Che tristezza. Personalmente bevo l’acqua dell’acquedotto di Milano ed è anche un modo per fare meno rifiuti possibili.
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che bella iniziativa!☺️
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E risparmio soprattutto.
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guarda che chi come me ha il problema di non essere di bocca buona patisce ancora la fa
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non sopporto piu il verde, il colore verde-impegnata tutto il giorno in mezzo al verde, cosa che manda cia di testa , odio il colore verde e quelo che esso comporta, cnosco la cromoterapia ed a me fa bene il blu od il cursore, qui non c’è privacy, mentre in qualsiasi struttura il colore blluè a e consono
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…solo preservando le risorse naturali avremo un futuro ma se solo pensiamo alle isole di plastica negli oceani dove ogni giorno muoiono migliaia di pesci… a Trento abbiamo delle buone sorgenti, acquedotti, per cui io non compero mai acqua in bottiglia… solo la birra… 🙂
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Grazie, molto chiaro ed esaustivo. Anch’io, come Caterina, bevo l’acqua dell’acquedotto e mi sento più buona … temo non basti 😉
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